Asteroidi e colonne
Sono una persona di struttura, con una buona attitudine al pensiero laterale, una discreta creatività e una velocità di apprendimento piuttosto elevata, ma non ho spirito imprenditoriale né di competizione. Non sono un “talento”, ma ho faticato e studiato molto per costruire negli anni le mie competenze. Posso dire che le mie basi sono solide, ma non sono “lanciato” in carriera. Sono probabilmente ciò che alcune organizzazioni chiamano “solid contributor”.
Vedo di tanto in tanto diversi talenti sfrecciare come asteroidi, lasciando scie di incertezza e macerie, che poi quelli come me devono aggiustare, rinforzare, irrobustire. Siamo la resist resilienza.
È un gioco di ruoli, dove entrambe queste categorie non hanno generalmente alcun interesse o necessità di sfidarsi. Che senso avrebbe per un asteroide sfidare in velocità una colonna? Vincerebbe in ogni caso, forse pure in simpatia e in forma fisica. Eppure qualcuno sente la necessità di farlo e ti carica a testa bassa, ti mette alla prova, ti sfida. Inutile dire che la sfida non avrà mai luogo.
Qualche volta ho pensato che fosse un modo per cercare di stimolare all’azione, ad aumentare il ritmo, o addirittura a correre assieme per andare ancora più veloce. Con la differenza che io non ho un appuntamento con il successo e che la mia realizzazione umana e professionale è intima, silenziosa, fatta di efficienza, ordine, simmetria e sincronia… cose che per molti potrebbero sembrare noiose. Sono un piccolo orologiaio che prova a fare il suo modesto lavoro nel migliore dei modi, e che non sogna di costruire una Ferrari: sa che non ne ha i mezzi.
Sorvolo sui miei difetti da “colonna”, sono evidenti: dalla totale assenza di ambizione al cinico sarcasmo tangente alla sociopatia.
I talentuosi,invece, hanno tutti un unico grande difetto: devono forzare qualunque limite, andare sempre all-in. A loro non interessa se dopo il loro veloce passaggio dalle tue parti i vetri delle case vanno in frantumi. Loro saranno passati, mentre tu dovrai raccogliere i cocci e spiegare perché si sono rotti. E così via, pazientemente.
Dove avranno da andare così veloci che non riescono nemmeno a guardarsi attorno? Quale viaggio vale la pena fare se non puoi cogliere un frutto, annusare un fiore o ammirare il paesaggio? Non lo so, forse da qualche parte ci sarà un traguardo abbastanza ricco e sfarzoso da farli fermare, così sontuoso che la mia immaginazione non riesce a concepire. Glielo auguro, saranno sfiniti dopo tutta la loro lunga corsa!
Un’ultima cosa, un consiglio: la colonna è dura. Ma dura, dura, dura…
…caro asteriode, dammi retta, scansala!