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Brave Search: come e perché usarlo

Brave Software ha annunciato pochi giorni fa di aver rimosso i risultati di Bing dalla propria SERP, raggiungendo l’indipendenza nell’indicizzazione del Web. Questo significa che a tutti gli effetti è un motore di ricerca alternativo ai più noti Google o Bing (ma ne esistono solo pochissimi altri che siano totalmente indipendenti).

Dunque l’ingresso di un nuovo player non può che essere una buona notizia: nella varietà c’è competizione naturale e reciproco miglioramento.

Brave fornisce gratuitamente anche un proprio browser (basato - ahimé - su Chromium1) generalmente considerato “sicuro”, privo di spyware e con tante caratteristiche innovative che lo rendono desiderabile ad un pubblico informaticamente avanzato, il tutto accompagnato da svariati servizi (VPN, Wallet, Rewards, Talk, e altro ancora).

Tra i claim più interessanti, sia per il browser che per Brave Search, c’è sicuramente quello che nega di tracciare, in alcun modo, gli utenti (non è richiesto un account per utilizzare la ricerca).

Non voglio avventurarmi nella storia del marchio Brave, che comprende anche alcuni episodi controversi (ormai superati: chi non rischia di smarrire la rotta nella tempesta?), ma potete curiosare e acquisire tutte le informazioni del caso.

Per quanto riguarda la ricerca, raggiungibile a questo indirizzo search.brave.com e impostabile come default su tutti i browser, si presenta molto pulita con un tema “light/dark” e alcune impostazioni di lingua, livello di “safe search”, zona geografica e finestra temporale di ricerca.

La casella di ricerca propone i risultati più pertinenti (anche in italiano, indipendentemente dalla lingua o dalla regione impostate) mentre si digita la query.

In base alla ricerca, sui risultati possono essere presenti più sezioni, tra cui:

  • Una sezione contestuale contenente Featured snippets con informazioni generali da Wikipedia o da siti istituzionali ufficiali o altre fonti (in alto a destra della SERP);
  • Una sezione di testa con i risultati maggiornamente rilevanti, con estratti contestualizzati in relazione alla ricerca fatta (ricerca migliorata da AI);
  • Alcune sotto-sezioni (variabili) relative a notizie, video, immagini, discussioni sui social;
  • Una sezione People also ask, con ricerche tipicamente associate alla nostra query (molto utile!);
  • Una sezione. più im basso, in cui ci viene proposto di effettuare la ricerca su altri motori (fair!)

Ma la funzione che più mi piace di Brave Search è il nuovo AI summarizer, che non solo evidenzia un estratto da una pagina specifica, ma combina, in un unico breve testo, contenuti da origini diverse per offrire una risposta comprensiva alla query. Attulmente è disponibile in lingua inglese. Non tutte le query attiveranno la funzionalità, ma è decisamente più probabile se si formulano domande semplici e “naturali” in un corretto inglese (con una certa tolleranza per l’ortografia).

la funzione AI Summarizer di Brave Search all'opera.
la funzione AI Summarizer di Brave Search all'opera.

Nell’immagine sopra si può vedere un esempio della feature in funzione. Alla domanda “What is life-cycle management?” l’IA integrata estrae le informazioni da due fonti distinte e le mostra come unico paragrafo che risponde sinteticamente alla domanda posta. In più riporta, sotto, le fonti e per ciascun estratto, al passaggio con il mouse, ne evidenzia quella relativa. Ecco, sono quasi commosso: vorrei che ChatGPT (ne ho parlato in questo post qualche tempo fa) lavorasse esattamente in questo modo, senza reinterpretare le fonti e anzi riportandole in totale trasparenza.

Tutto sommato i risultati che si ottengono, sia da ricerca normale che da AI Summarizer, sono robusti e rilevanti. Non è ancora chiarissimo se ci siano, e quali siano, i risultati “sponsorizzati”, e questo è un punto un po’ meno a favore della trasparenza, né quali siano esattamente i segnali web che Brave Search utilizzi per classificare e mostrare i risultati, ma ci si aspetta che presto Brave fornirà una webmaster console nello stile di Bing o Google, dove gli esperti di SEO potranno sbizzarrsirsi.

Ultima nota: è disponibile anche una Brave Search Premium a 3$ al mese, ma a meno che non me la offrano gratuitamente (ehi, Brave! pensaci!) non ho intenzione di attivarla solo per fare una prova.

In definitiva ti consiglio di provare questo motore di ricerca, e se non ti offrisse l’accuratezza a cui sei abituato, basta inserire !g oppure !b, all’inizio o alla fine della tua query, per ottenere rispettivamente i risultati direttamente da Google o da Bing (se, putacaso, lo preferissi).


  1. L’ahimé non è riferito a Chromium come browser che non apprezzo, ma alla tendenza che lo sta facendo diventare l’unico browser possibile. Io supporto Firefox come attuale unica alternativa, anche se riconosco la qualità e la completezza di Chromium in tutte le sue declinazioni. 

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