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La crisi creativa di metà ottobre

Ci risiamo. Ormai ho imparato a coglierne i segni, i sintomi, le sensazioni… ma non mi sono ancora chiare le condizioni di uscita da questa crisi d’autunno. Questo periodo dell’anno, con poche eccezioni, è il peggiore per la mia mente.

Le idee si accavallano e si confondono, diventa difficile riuscire a focalizzarmi per più di pochi minuti su qualcosa che richiede tutta l’attenzione di cui sono capace. Inizio una cosa e subito la interrompo per iniziarne un’altra, che non riuscirò quasi certamente a portare a termine.

Un foglio di carta bianco, circondato da altri fogli di carta accartocciati.
Foto di Richard Dykes su Unsplash

La cosa buona è che le idee sono tante e disparate, ma non altrettanto la capacità di realizzarle. Non parlo di progetti di chissà cosa… sono tutte idee di workflow improvement e personal productivity… o se vogliamo dirlo in italiano, sono idee geniali per risolvere problemi che non sapevo di avere.

Pensando al passato, l’unico anno in cui non ho avuto questa crisi è stato l’anno del lockdown. Quell’anno avevo acquistato una stampante 3d e ricordo che da ottobre fino a marzo dell’anno successivo è rimasta accesa a stampare tutti i modelli che disegnavo: ne sfornavo uno dietro l’altro, nessuna crisi creativa. Ne ho fatti a decine (e se la cosa vi può interessare, li trovate gratuitamente scaricabili su Thingiverse, alcuni falliti miseramente, altri grandi successi ma in nessun momento mi sono ritrovato a girarmi i pollici, come sta iniziando ad accadere anche quest’anno. Purtroppo la stampante 3d è fuori servizio al momento, e lo rimarrà per motivi logistici almeno per i prossimi 6 mesi…

La mia postazione di stampa 3D, una Ender 3 Pro.
La mia postazione di stampa 3D, personalizzazione di ordinanza

Ma davvero quello che mi serve per uscire da questa condizione (che dura pressappoco fino a Dicembre, nella mia personale esperienza) è semplicemente un nuovo giocattolo che rapisca ogni mia energia creativa? O forse quello che serve è solo un cambio di prospettiva? La stampante 3D mi aveva catapultato del dominio dell’IT a quello della macchina che crea oggetti fisici dalla mia fantasia… probabilmente se mi dedicassi, che ne so, all’orto sarebbe un cambio di prospettiva che potrebbe rapirmi di nuovo. Salvo non avere alcun interesse né il luogo adatto a piantare fagiolini. Oltre che a non avere la più pallida idea di come si faccia.

Ho anche pensato che potrebbe essere qualche sorta di comportamento ancestrale cablato nel mio DNA. Un letargo vestigiale che colpisce la mia capacità di concentrazione. In quel caso si spiegherebbe perché le mie reazioni di fronte agli “abbandoni” dei nuovi progetti finiscano con la voglia di stendermi sul divano a fissare il vuoto.

Allora ho deciso di scriverne qui sul blog. Questa è una cosa che riesco a fare. Forse non bene come vorrei, ma è un qualcosa che posso portare in fondo, e magari il riassaporare il piacere del compimento mi potrebbe dare lo stimolo giusto a ripartire. Il momento è topico, ci sono tanti nuovi progetti anche al lavoro, e non mi posso permettere di lasciarmi deprimere da questa condizione…

Magari potrei inventarmi dei riti esorcizzanti, proprio come questo. Scrivere qualcosa ed esporlo al pubblico ludibrio. Rito e sacrificio in un’unico post.

E dunque sia!

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