Podcast: S02 "La bottega di Efesto" - Ep. 01
Stagione 02 - Episodio 01
Ripartiamo con l'esperimento del podcast con una nuova stagione
Questo episodio del podcast è rilasciato con licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Attribuzioni
Musica: Kevin Hartnell- Earth and Stone Source: freemusicarchive.org Licenza: CC-BY-SA
Riferimenti
Trascrizione
Eccomi di nuovo qua!
Dopo poco più di un anno dal mio primissimo esperimento con il podcast ecco che ci riprovo. Non che ami particolarmente il suono della mia voce, ma la mia precedente esperienza è stata divertente e intellettualmente stimolante e vorrei tentare di riacciuffare, con un approccio un po’ meno personale, le stesse sensazioni appaganti della prima volta. Che ne dici, sarò punito per eccesso di aspettative? Se narcotizzassi gli inquilini del piano di sopra, riuscirei ad avere un ambiente più silenzioso per le registrazioni senza buttare ore nella post-produzione?
A causa della mia incapacità di mantenere un atteggiamento di costante e uniforme concentrazione sullo stesso argomento per troppo tempo, non vorrei dare troppe regole e limiti ai temi del podcast.
Questo traspare anche dal titolo che ho voluto dargli.
La “bottega di Efesto”… che luogo è se non quello dove andare a trovare il maker più geniale dell’epica classica?
Nella forgia, sotto l’Etna, si possono sbirciare i lavori in corso più celebri: l’incudine con le saette di Zeus, l’egida di Atena, i suoi aiutanti robot-automi. Sapevi che anche la Pandora, quella del vaso, era un automa forgiato da Efesto? Un ingegnere tra i più poliedrici, l’archetipo del Dottor Slump! Un pizzico sfortunato in amore, ma il genio produce di queste discrasie… mi viene in mente un certo collega che NON posso nominare, ma che abbraccio e saluto con calore!
Non ho di certo la presunzione di identificarmi con Efesto, ci mancherebbe… diciamo che piuttosto mi piacerebbe assumere il ruolo di una guida e portarti in giro per le meraviglie della fucìna del dio, metafora per le moderne tecnologie… E così, anche con un pizzico di umorismo, vorrei parlarti di argomenti legati all’informatica, alla scienza, alla tecnologia, a mano a mano che notizie e situazioni le portano a incrociare le nostre giornate, leggendole il più possibile in modo umano, considerandone per lo più etica ed estetica senza addentrarmi negli aspetti più tecnici, che lascio volentieri a quelli bravi.
Vediamo se la cara ascoltatrice sarà in grado di indovinare su quali argomenti si concentrano le principali notizie del mondo della tecnologia… Penso che non sia necessario nemmeno confermare l’intuizione. Ma a chi troverà questo podcast fra 300 anni, su un vecchio disco dentro a un server polveroso posso dire che l’umanità sta morendo sete, affogata dal mare di cazzate che si sentono ogni giorno a proposito delle AI. A chi temeva che le AI avrebbero preso il controllo e ci avrebbero ucciso tutti, avremmo dovuto rispondere che saremmo morti per colpa loro, ma ammazzati da altri esseri umani. Nessuna stupidità artificiale può battere quella naturale.
Non fraintendermi affezionato ascoltatore, io amo la tecnologia e ogni innovazione che fa una reale differenza nella nostra condizione di creature fragili ed esposte ad un rapido esaurimento di forza vitale. È per questo che sostengo l’uso delle IA per alcune selezionatissime attività in ambito scientifico, o per le tecnologie assistive. Al contempo però dobbiamo smetterla di gettare in atmosfera tonnellate di CO2 e consumare milioni di litri di acqua dolce per fare i deep fake di Trump e Elmo che limonano mentre Putin si tocca. C’è un limite all’indecente avidità degli investitori e alla faccia da culo dei CEO, ed è stao ampiamente superato. Non farò l’apologia di Luigi Mangione, ma ne comprendo la frustrazione. Frustrazione che gli accomunerà da un 3 ad un 5 percento degli impiegati delle banche di Wall Street. Questa è la stima dei posti di lavoro, sono quasi 200.000 che ci si aspetta saranno persi a favore delle AI, secondo una ricerca di Bloomberg.
Altra notizia che sta facendo molto discutere sono le dichiarazioni di Meta di lasciare sulle proprie piattaforme (Facebook e Instagram) più spazio al “free speech” rinunciando ad utilizzare servizi di terze parti per il fact-chacking, oltre che ad “allentare” una serie di regole di moderazione relative all’“hate speech”, e arrestare completamente e con effetto immediato tutte le politiche e i programmi DEI (Diversity, Equity e Inclusion).
La cosa più imperdonabile, al di la dei facili malumori che queste notizie mi suscitano, è l’aver avuto un enorme successo nell’associare alla parola free di free-speech il significato più laido di “ricettacolo” che possa accogliere e amplificare le peggiori ingiustificate fobìe del nostro tempo. Da oggi associo al termine “free-speech” americano l’immagine dell’orinatoio del Sarni Sillaro Est.
Sì perché questa libertà di parola è intesa e utilizzata nel peggior modo immaginabile. Lo trovo imperdonabile, e non riesco a immaginare che non sia stato pensato a tavolino. Suona così male, come il “truth social” di Trump, quando si associano parole con dei valori alti, chiari e semplici alle loro peggiori materializzazioni, alle loro degenerazioni più consapevolmente colpevoli.
Scherzi a parte, sono convinto che invece dovremmo riappropriarci dei reali significati delle parole che sono care alle democrazie. Combatterne il loro uso improprio, essere convinti che non esiste alcun diritto delle maggioranze a limitare i diritti legittimi e personali di qualsivoglia minoranza e che questa non è libertà ma discriminazione… e chi vuole farci credere il contrario è solo un fascista e si merita un assaggio della vera libertà di parola.
E per questo primo episodio è tutto. Mi rendo conto che ho toccato un paio di argomenti “caldi”, che mettono a dura prova la mia pazienza e mi cavano la critica dai denti, ma credo che il tono non sarà sempre quello del “polemico inacidito”. Ci sono anche molte notizie positive nel corso dell’anno e non vedo l’ora di poterne parlare un po’.
Grazie per aver ascoltato questo episodio, cara ascoltatrice, ti do appuntamento al prossimo!