Podcast: S02 "La bottega di Efesto" - Ep. 02
Stagione 02 - Episodio 02
Sul podcast e su una curiosa doppia identità
Questo episodio del podcast è rilasciato con licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Attribuzioni
Musica: Kevin Hartnell- Earth and Stone Source: freemusicarchive.org Licenza: CC-BY-SA
Trascrizione
Vuoi che ti sveli un segreto? Io non so quante volte il podcast viene scaricato e ascoltato perché sul mio sito, dove sono pubblicati i file master, non ho attivato alcun tracciamento.
Non esistono cookies, il javascript che utilizzo è puramente funzionale all’interazione con i visitatori. Anche i font, ad esempio, sono caricati in locale, non da Google, e quindi non ci sono chiamate ad alcun altro dominio al di fuori di 77nn.it (che comprende anche goto.77nn.it per mostrare l’elenco dei miei ultimi post pubblici). Tutto questo dipende da una precisa scelta di presenza online che puoi leggere sulla pagina del mio sito intitolata “Manifesto”. È una rivendicazione di responsabilità individuale e di completo disinteresse dalle metriche che determinano la “popolarità” di persone e contenuti.
Non è per vincere, né per convincere, ma è per condividere un pizzico di esperienza e consapevolezza che desidero essere letto e ascoltato.
E proprio per massimizzare la possibilità di essere trovato e ascoltato ho inserito i feed del podcast anche su Spreaker (come podcast NON monetizzato) e da qui viene distribuito su numerose altre piattaforme come Spotify, Amazon Music, eccetera.
Ma proprio su tutte le piattaforme?
Quasi tutte.
Rimane fuori solo la piattaforma di Apple Podcasts. Probabilmente è a causa della mia scarsa conoscenza dell’ecosistema della mela, ma ho registrato un account, ho confermato l’indirizzo email associato… e nonstante tutto la piattaforma richiede che il mio profilo sia attivato completamente. Cosa vorrà dire? Non ho trovato questa condizione da nessuna parte… dopo un po’ di ricerche sono giunto alla conclusione che mi serve almeno un device Apple per poter attivare completamente il mio account. Quindi ne farò decisamente a meno.
Per certi aspetti è ragionevole. Apple non concede account così “a gratis* a chiunque ne voglia uno: lo fa con i clienti, e questo è assolutamente comprensibile. Se uno utilizza Apple Podcasts può avere la certezza che non ascolterà né vedrà mai nelle ricerche podcast di chi non possegga un iPhone. Parlo ovviamente di gente come me, persone comuni, non di chi dispone della collaborazione dei socialmediacosi.
Apple protegge così la propria userbase
sé stessa
accogliendola
rinchuidendola
all’interno di una barriera
gabbia
di utenti consimili
Non potrà mai succedere che un sedicente Androidiano possa mai sperare anche solo pronunciare parole di sfida come queste a casa loro…
A proposito di socialmediacosi…
avrei un fatto simpatico da raccontare… che vorrei fare senza rendere riconoscibile nessuno…
Qualche giorno fa ho scoperto che una persona con cui ho collaborato in passato, in realtà, aveva una doppia identità…
Di giorno era un giovane e promettente analista, mentre di notte… si trasformava in un inafferrabile “Socialmedia-BatManager”… e a quanto pare di un certo successo!
Questo, oggi, spiega come mai prima delle 10-11 al mattino non si presentava in ufficio, e perché i colleghi non mancavano di evidenziare la sua propensione allo sfruttamento di ogni mezz’ora di permesso o di ferie disponibile!
Non guardo con sdegno il desiderio di elevarsi, di brillare, di guadagnare montagne di denaro dei giovani di oggi, ma sono oramai persuaso del fatto che per farlo non si possa carpire e calpestare la buona fede dei colleghi, le legittime aspettative di collaborazione, il tempo investito a spiegare teoria, tecnica, pratica e trucchi, la tolleranza di tutti per qualche svista o cavolata… Mentre, invece, sembra proprio essere la regola. Giovani aitanti che ti chiedono un consiglio al caffé e vanno tempo zero a rivenderselo come proprio dal loro capo, oppure ti chiedono una mano con qualcosa con cui non hanno dimestichezza solo per far fare a te il loro lavoro e scaricarsi la responsabilità se qualcosa va storto.
Tutto questo mi lascia un po’ con l’amaro in bocca, soprattutto se penso che dal punto di vista tecnico sono persone che vedi arrivare, giovani e un po’ ingenue, con poca esperienza del mondo, le vedi crescere, le aiuti a imparare, alcuni sono anche bravi e ti piace come lavorano… continuando su quella strada potrebbero diventare analisti top nel giro di qualche anno.
Non fraintendermi, in questo non critico chi desideri una rapida carriera… o diciamolo meglio: sono indifferente verso gli “scalatori”, quelli che fingono un interesse tecnico ma che sognano una carriera di “chiacchiere e distintivo”, perché si riconoscono subito e sono patetici. Mi riferisco solo a quelli che hanno l’intenzione malsana di fare per davvero i tecnici.
Per loro non esistono scorciatoie, solo la dannazione in terra.
Inizio anche a capire l’atteggiamento di colleghi più anziani, che raramente dedicano il loro tempo ad al mentoring dei giovanissimi, ma lo fanno più volentieri con quelli “di mezzo”, con cui hanno stabilito un rapporto di lunga data e di provata fiducia.
È un po’ il significato del termine “gavetta”. Tu arrivi in un luogo (di studio, di lavoro, di sport) e non sai nulla. E nessuno ti dice nulla di sua spontanea volontà. Devi sporcarti le mani, mostrare impegno più dei colleghi più anziani, presentari alle persone, andare in giro a chiedere, prendere canate e parti di merda… perché non avrai sempre colleghi gentili e accondiscendenti. Credo che questa sia una dinamica umana quasi istintiva… chissà se tu, o ascoltatrice, sei un’antropologa che possa gettare un po’ di luce su questa pratica…
E anche questo episodio giunge quindi alla conclusione. Se hai consigli, commenti, suggerimenti per argomenti da trattare in futuro, scrivimi pure una email, l’indirizzo è quello alla fine della sigla (info@77nn.it), oppure puoi cercarmi su ActivityPub, sulla mia istanza goto.77nn.it, il mio handle è @77nn. Ciao, e alla prossima.